Da “007” a “The Brutalist”

set carraraDalle cave dei Lumière ai successi contemporanei: il fascino eterno del marmo bianco, scelto da cinema e grandi brand per raccontare storie senza tempo

 

La città toscana è la meta ideale per un soggiorno che unisce cinema, arte, artigianato e sapori autentici, in un viaggio che racconta l’identità profonda di questo territorio da “Oscar”.

Carrara, con il suo candido marmo e un panorama straordinario che unisce le Alpi al mare, è un set naturale che i registi non smettono mai di amare. Lo dimostra il successo di “The Brutalist” - film premiato nei più importanti festival internazionali di cinema e acclamato nei giorni scorsi ai Golden Globes, dove si è aggiudicato ben tre statuette - girato in parte tra le sue iconiche cave. Carrara non è nuova al grande schermo: già nel 1897 i fratelli Lumière ne avevano intuito il fascino, immortalando la ferrovia marmifera a Fantiscritti.

Da allora, la magia delle cave è stata la cornice per scene memorabili: dalle locomotive de La strada dei giganti agli inseguimenti mozzafiato di 007 - Quantum of Solace, fino a diventare la location per capolavori come Il Peccato di Konchalovsky, senza dimenticare videoclip e fiction.

La bellezza naturale e l’ingegno umano hanno fatto delle cave un simbolo universale, attirando non solo registi ma anche artisti e grandi marchi (che qui hanno girato le loro pubblicità), perché Carrara non è solo marmo: è arte, storia, spettacolo e un set dove il marmo recita da protagonista, con una storia lunga duemila anni e un’energia che non accenna a spegnersi.Già gli antichi Romani avevano capito l’immenso valore delle cave; Michelangelo ci ha trovato la Pietà, Canova ci ha scolpito la grazia e oggi, sono artisti del calibro di Maurizio Cattelan, Damien Hirst e Jeff Koons a creare capolavori.

Il fascino delle montagne bianche

Le cave: vederle è come infilare il naso dietro le quinte della grande opera del marmo. Ce ne sono 84, tutte attive, tutte affaccendate, con i blocchi pronti per partire verso il mondo intero che sembrano giganti addormentati. Ci si può arrivare in jeep o a piedi, ma comunque si va lì per restare affascinati, anzi ipnotizzati. Per fortuna, c’è sempre il momento per uno spuntino da cavatori – lardo e pomodoro – perché le emozioni, si sa, fanno venire fame.Da qui, basta un breve viaggio per raggiungere Colonnata. È un borgo che sa di altri tempi, abbracciato dalle montagne e pieno di storie. C’è persino un monumento dedicato al cavatore, che rende omaggio a chi ha svolto questo lavoro estremo, che in passato metteva a rischio la vita. E poi, ovviamente, c’è il lardo: candido, morbido, speziato. Non è solo cibo, è una tradizione scolpita nel marmo delle conche in cui viene stagionato. Come dice uno degli storici produttori: “anche il lardo è una scultura fatta di tempo e fatica”. Impossibile dargli torto.

La città che scolpisce l’arte

Carrara non si ferma qui. È una città vivace, creativa, piena di giovani che arrivano da ogni dove per studiare scultura all’Accademia di Belle Arti. Qui le mani lavorano il marmo, certo, ma anche la fantasia. Lo si vede al mudaC | museo delle arti Carrara. Fino al 9 marzo 2025 oltre alla collezione permanente si può visitare la mostra di Simone Gori “Pars Caeli”, promossa dal Comune di Carrara. La natura come forma artistica perfetta, celebrata nelle sue mille sfaccettature è il cuore del lavoro dell’artista che esplora nuovi linguaggi comunicativi e permette al visitatore di intraprendere un viaggio emozionale a metà tra arte, scienza e attualità.

La Street Art invece racconta una Carrara underground, collegandone lo spirito artistico con quello più strettamente urbano. Partendo da Vicolo San Piero, si possono ammirare 250 metri di murales nati dall’attività di rigenerazione urbana del Circolo dei Baccanali, per poi spostarsi in piazza delle Erbe – cuore partigiano di Carrara – con la pittura murale dedicata a Francesca Rolla degli Orticanoodles. Tappe più periferiche sono Via Carriona, Impollinemesi sulla scalinata Monterosso di Zed1, Il muro delle rose, in Via del Cavatore, sulla parete esterna dell’Ente Cassa Edile di Massa-Carrara, raccolte da Enzo Tinarelli e Suzanne Spahi e il murale di Tellas ad Avenza.

E poi ci sono gli eventi: gli “Studi Aperti”, dove gli artisti aprono i loro laboratori; “White Carrara”, che trasforma il centro in una galleria a cielo aperto; il festival “C/Art-Creativi in dialogo”, dove si incontrano talenti da tutto il mondo. Insomma, a Carrara non ci si annoia mai.

Sapori che raccontano storie

Carrara è una festa per gli occhi, ma anche per il palato. Qui, tra una passeggiata e una scultura, ci si siede a tavola e si scopre un mondo di sapori autentici. La “calda calda”, una farinata sottile che sa di ceci e tradizione. E poi c'è il castagnaccio. Un dolce semplice, con pinoli e rosmarino, che profuma di boschi e di casa. Poi ci sono il mallegato, i muscoli ripieni, il baccalà marinato o i taglierini nei fagioli, piatti che raccontano la terra, l’orgoglio.

Carrara è il marmo, certo. Ma è anche un modo di pensare, di vivere, di creare. È una città che sa reinventarsi, senza mai dimenticare da dove viene. Va guardata, toccata, assaggiata.

 Per informazioni: https://www.visitacarrara.it