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Quando i milanesi pensano alla loro città lo fanno sempre con una certa dose di orgoglio, un sentimento che quasi scivola nello sciovinismo ma, a loro discolpa, va detto che questo luogo in continua mutazione ha delle peculiarità che lo rendono unico. Dal design del nuovo skyline alle proposte gastronomiche, dall’arte alla moda, tutto incarna quello spirito dinamico e laborioso per il quale Milano si distingue da ogni altra realtà, un moto evolutivo perpetuo che sembra essere scritto nel DNA dei cittadini.
I problemi economici, la crisi, la disoccupazione non hanno certo risparmiato questa operosa metropoli e, come ovunque, come indicato dalle statistiche, i giovani sono i più colpiti da questa preoccupante condizione dei nostri anni. Per tanti che si sono arresi, alcuni hanno fatto di necessità virtù, hanno trasformato una situazione sfavorevole in una opportunità per realizzare un sogno che diversamente non avrebbero (probabilmente) mai inseguito. E’ quello che è successo ad Adriano Barbisotti, milanese quarantenne dotato di uno straordinario talento per la pittura, declinato nella decorazione. Prima della grande esplosione industriale, persino a Milano tutto era legato alla manualità degli artigiani e proprio a quella si è ispirato Adriano che ha buttato il cuore oltre gli ostacoli e, puntando su se stesso, ha dato vita a una attività nuova e creativa.
Le protagoniste del suo lavoro sono le nostre scarpe. Quelle tanto comode ma che ormai portano le cicatrici del tempo passato ai nostri piedi; il paio che abbiamo comprato per un’occasione particolare ma che non si abbina a niente presente nel nostro guardaroba; il regalo (magari costoso) di qualcuno che però dei nostri gusti non ha capito niente!
Gli anni del consumismo sono passati, ma la nostra voglia di qualcosa di nuovo è rimasta, insieme al desiderio di glamour e magari personalizzato senza doverci lanciare in nuovi acquisti.
Adriano allora entra in scena e si alza il sipario sullo spettacolo che cambierà l’aspetto delle nostre calzature attraverso sapienti colpi di pennello. A opera finita saranno rinnovate e irriconoscibili.
Che siano in pelle o tessuto poco importa. I colori? Tutti quelli esistenti. Il disegno? Può essere un logo, una scritta, un motivo a scelta personale, una tinta unita. Una volta trasformate le calzature restano comunque lavabili, i colori permanenti, resistenti all’usura e senza il rischio di quell’effetto “crepa – ruga” che rovinerebbe l’aspetto.
Bastano pochi giorni per la metamorfosi e il prezzo dipende dalla difficoltà del decoro.
Se volete vedere i suoi lavori li trovate sulla pagina fb “plettro custom” o su Instagram @plettrocustom (e nella scelta del nome entra in gioco anche una sua altra passione: la musica), mentre se decidete di contattarlo potete usare la sua mail:
Per gentile concessione di Paola Drera alla redazione Tiguido