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Era il 19 marzo 1882 quando, con una cerimonia solenne, si celebrava la posa della prima pietra della Sagrada Família, monumento-icona di Barcellona ideato da Antoni Gaudí, il massimo esponente del modernismo catalano.
Dopo 137 anni dall'inizio dei lavori, la basilica della Sagrada Familia, opera perennemente incompiuta e il monumento più visitato di Barcellona, potrà essere ultimata. Il Comune della città catalana, dopo trattative durate per decenni, ha infatti concesso il permesso alla fondazione che gestisce la basilica, cominciata a costruire nel 1885 sul progetto dell'architetto Antoni Gaudi.
Per la fondazione è previsto un esborso di oltre 4milioni di euro per ottenere il permesso. I lavori, finanziati dalle donazioni dei fedeli e dalle visite dei turisti, dovrebbero finire nel 2026 con una stima di costi di oltre 300 milioni di euro. L'edificio dovrebbe arrivare a 172 metri, diventando il più alto della metropoli catalana. Secondo la società incaricata dei lavori, Gaudi aveva fatto richiesta del permesso nel 1885, ma non aveva mai ottenuto risposta.
Un po di Storia:
I lavori iniziarono nel 1882 sotto il regno di Alfonso XII di Spagna. L'edificio venne iniziato in stile neogotico, ma Gaudí, a soli 31 anni, subentrò come progettista dell'opera nel 1883 ridisegnandola completamente. Il maestro lavorò alla chiesa dedicandovi interamente gli ultimi 15 anni della sua vita. Secondo gli auspici del comitato promotore l'opera dovrebbe essere completata per il 2026, a 144 anni dalla posa della prima pietra e a 100 anni dalla morte di Gaudì. Il procedere dei lavori dipende in larga parte dall'afflusso delle donazioni. Come accaduto per altri progetti destinati a durare uno o più secoli (come la Basilica di San Pietro o il Duomo di Milano) la chiesa è stata consacrata ancora non conclusa, il 7 novembre 2010, da papa Benedetto XVI, che l'ha elevata al rango di Basilica minore.
L'idea di realizzare una chiesa di espiazione dedicata alla Sacra Famiglia nell'allora zona periferica di Eixample fu del libraio Josep Maria Bocabella, ispirato dal sacerdote Josep Manyanet i Vives (canonizzato nel 2004) fondatore delle congregazioni dei Figli e delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia, incaricati di promuovere il culto della Sacra Famiglia e promuovere l'educazione cristiana nei giovani e nei bambini. Bocabella fondò l'Asociación de Devotos de San Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe) con l'obiettivo di raccogliere fondi per la costruzione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Nel 1881, grazie alle donazioni ricevute, l'associazione comprò un intero isolato del quartiere Eixample in un luogo conosciuto come El Poblet vicino al Camp de l'Arpa, nel distretto di Sant Martí. Il costo del terreno fu di 172.000 pesetas dell'epoca.
Il progetto fu affidato all'architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, che iniziò l'opera in stile neogotico scartando l'idea di Bocabella di una replica del Santuario di Loreto. Il progetto di Villar consisteva in una chiesa a tre navate con gli elementi tipici dello stile neogotico come i contrafforti esterni.
La prima pietra fu posta il 19 marzo 1882 (giorno di San Giuseppe), con la presenza del vescovo di Barcellona . Gaudí partecipò alla cerimonia perché in precedenza aveva lavorato come assistente a diversi progetti di Villar, non potendo immaginare che sarebbe diventato l'architetto dell'opera.
Nel 1883 Villar si dimise a causa di disaccordi con Joan Martorell, un architetto consulente di Bocabella. Il progetto fu inizialmente offerto allo stesso Martorell, che rifiutando indicò il nome di un giovane architetto trentunenne, Antoni Gaudí, già assistente di Martorell nella realizzazione di diversi edifici ma che non aveva ancora realizzato grandi opere. Gaudí quando assunse la responsabilità del progetto lo modificò interamente, anche se nel proseguire la costruzione della cripta mantenne quanto già costruito. Gaudí lavorò al progetto per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 anni della propria vita. Questa dedizione così intensa, oltre all'enormità dell'opera, deriva anche dal fatto che Gaudí definiva molti dettagli man mano che la costruzione avanzava; per lui la presenza personale in cantiere era di fondamentale importanza. Considerava infatti quest'opera come quella della sua vita, seguendola in ogni minimo passaggio.
Facciata della Natività
Con l'innalzarsi della costruzione lo stile divenne via via sempre più fantastico, con quattro torri affusolate che ricordano i termitai o i gocciolanti castelli di sabbia dei bambini. Si tratta di forme ereditate dell'architettura neogotica, secondo i cui canoni la chiesa era stata inizialmente concepita: ciononostante, traevano la loro ispirazione dalle forme naturali.
Le torri sono coronate da cuspidi di forma geometrica alte 115 m, rivestite di ceramiche dai colori vivaci, che furono probabilmente influenzate dal cubismo (vennero concluse attorno al 1920). Vi si ammirano anche un gran numero di decorazioni elaborate che vengono ricondotte allo stile dell'Art Nouveau.
Dal 1895 la responsabilità della gestione del progetto è stata affidata alla Junta Constructora del Templo Expiatorio de la Sagrada Familia (Consiglio per la costruzione del Tempio espiatorio della Sacra Famiglia), una fondazione ecclesiastica creata per promuovere la costruzione della chiesa attraverso le donazioni e le iniziative pubbliche e private. Il consiglio pubblica nel 1867 la rivista “El Propagador de la Devoción a San José” che nel 1948 cambia nome nel Templo (Temple, in Catalano). Nel 2001 il consiglio ha ricevuto l'onorificenza Creu de Sant Jordi assegnato dalla Generalitat de Catalunya.
Nel giugno 1926, ben prima che venisse completata la costruzione dell'edificio, Gaudí morì improvvisamente in un incidente, travolto da un tram mentre passeggiava per Barcellona. Durante la sua vita Gaudí riuscì a realizzare soltanto la facciata della Natività (con le sculture di Carles Mani, Llorenç Matamala e Joan Matamala e i disegni di Ricard Opisso) completando solamente una delle torri, quella di San Barnaba. Alla sua morte il suo assistente Domènec Sugrañes assunse la responsabilità dell'opera (dal 1926 al 1936), portando a compimento le tre torri incomplete della facciata della Natività.
Il 20 luglio del 1936, due giorni dopo la rivolta militare che portò la guerra civile spagnola, gruppi anticlericali incendiarono la cripta, distruggendo gran parte del laboratorio in cui Gaudí aveva lavorato e dove si trovavano schizzi, appunti e mappe (compresi numerosi modelli in scala, fondamentali per l'architetto). Secondo quanto riferisce George Orwell in Omaggio alla Catalogna, gli anarchici catalani non bruciarono questa chiesa in quanto opera d'arte (Orwell pare abbia commentato: «mi sembra che in questo caso gli anarchici dimostrarono ben poco gusto artistico»[ fonte non certa]). Gaudí non lasciò ulteriori progetti e i lavori della chiesa proseguirono in modo sporadico per numerosi anni. Solo in seguito al recupero e al restauro dei grandi modelli originali del laboratorio, basandosi su foto dell'epoca, è stato possibile ricostruire buona parte del progetto originale.
Gaudí, comprendendo che i lavori sarebbero andati avanti decenni (o secoli a questo punto) dopo la propria morte, invece di esaurire le risorse allora disponibili impostando tutto il gigantesco perimetro, preferì completare alcune sezioni dell'edificio in altezza (nell'abside), come per lasciare una testimonianza precisa dell'idea originale ai suoi successori.
Dal 1944 hanno portato avanti i lavori gli architetti Francesc Quintana, Isidre Puig i Boada, Lluís Bonet i Garí e Francesc Cardoner, che ne ha assunto la direzione nel 1983. Le sculture di Jaume Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate.
La posizione che assume la Sagrada Familia nel tessuto urbano di Barcellona è la questione che negli anni ha suscitato diverse polemiche. Quando l'opera ebbe inizio, la zona era principalmente agricola, ma già nei primi del Novecento, grazie al rapido sviluppo urbano, la chiesa venne inglobata nella città. Nel 1905 Gaudí realizzò un progetto per comprendere la Sacra Famiglia nel Piano Jaussely (un piano urbanistico che andava a estendere il piano Cerdà con i nuovi municipi). Il progetto prevedeva di inserire la Chiesa in un giardino a forma di stella a otto punte, in modo da fornire una prospettiva ottimale in tutta l'area circostante. Visto l'eccessivo costo del terreno si decise di optare per una stella a quattro punte, che permetteva un'ottima visione in tutti i suoi vertici. Il progetto di Gaudí tuttavia non fu realizzato e nel 1975 il consiglio comunale decise di realizzare quattro piazze con giardini in ogni angolo del tempio, in modo da formare una croce. Anche questo progetto è incompleto perché per realizzare le due piazze mancanti dovrebbero essere abbattuti alcuni edifici.
Nel 2008, nel corso di una vertenza tra municipio di Barcellona e Patronato della basilica sull'opportunità di non scavare tunnel sotterranei nelle vicinanze dell'edificio per non metterne a rischio la stabilità, è rimbalzata nella stampa la notizia che la Sagrada Família non avrebbe avuto una concessione amministrativa e che quindi sarebbe risultata, almeno formalmente, un'opera abusiva. Il Patronato ha ricordato tuttavia che i lavori iniziarono in perfetta legalità, dato che la competenza amministrativa spettava comunque a Sant Martí de Provençals, all'epoca ancora non unita a Barcellona, e che inoltre vi è stato oltre un secolo di silenzio-assenso. Il 3 marzo 2010 l'arcivescovo di Barcellona annunciò la consacrazione dell'edificio, dopo 127 anni dall'inizio dei lavori. Anche se non conclusa, la chiesa venne consacrata da papa Benedetto XVI il 7 novembre dello stesso anno, nel corso della sua visita a Santiago di Compostela e Barcellona. In questa cerimonia, il papa ha dichiarato questa chiesa Basilica Minore, la nona della città.
Qualche curiosità:
Il 19 aprile 2011 un piromane - subito arrestato - appiccò un incendio all'interno della cripta della navata centrale della basilica, provocando l'immediata evacuazione dei turisti presenti all'interno della chiesa, circa 1500, e l'intossicazione di 4 persone. Il rogo ha annerito 40 metri di parete, ma ha risparmiato le opere di Gaudí.
Quando Gaudí mostra la Sagrada Familia al nunzio del Vaticano, Francesco Ragonesi (1915), in quella occasione il monsignor lo definì come «il Dante dell'architettura»
Gaudí progettò l'interno della Sagrada Familia come se fosse la struttura di un bosco, con colonne a forma di alberi che vanno a dividersi in modo da formare dei rami che sostengono la struttura a volte iperboloidi intrecciate. Le colonne sono inclinate in modo da ricevere al meglio la pressione perpendicolare alla loro sezione, e sono realizzate a forma elicoidale a doppia elica, come i rami e i tronchi degli alberi. L'unione di questi accorgimenti impiegati nel formare le colonne (inclinazione, forma elicoidale, ramificazione in varie colonne più piccole) permette di sostenere semplicemente il peso delle volte senza utilizzare i contrafforti esterni.
La pianta della chiesa fu progettata a croce latina, con l'altare maggiore sopra la cripta circondato da sette cappelle absidali, un transetto a tre navate con i portali della Natività e della Passione, nel senso longitudinale il corpo centrale di cinque navate con il portale della Gloria. La pianta ha una dimensione di 110 × 80 metri e la zona edificata avrà una superficie totale di 4500 m2. La capacità sarà di 14000 persone.
Il complesso include un chiostro che circonderà la chiesa, progettato sia per permettere lo svolgersi di processioni, sia per isolare il tempio dall'esterno. Ai lati del presbiterio sorgeranno le sacrestie e, fra queste, la cappella dell'Assunzione, e ai lati dell'ingresso principale le grandi cappelle circolari del Battesimo e della Penitenza. All'interno, la chiesa disporrà di trifori, o gallerie per i cantori. Il tempio avrà diciotto torri: quattro per ciascuna delle tre facciate per un totale di dodici che rappresentano gli apostoli, al centro la torre-cupola dedicata a Gesù, alta 170 metri, e intorno ad essa altre quattro torri dedicate agli evangelisti, nonché un'ulteriore torre-cupola sopra l'abside dedicata alla Vergine. Le torri hanno un profilo parabolico, con una scala a chiocciola al loro interno; è stato proposto di installarvi delle campane tubolari, azionate dalla forza del vento
La Chiesa della Sagrada Familia nel 1928, come poteva vederla Gaudí prima di morire
Facciata della Passione
La facciata della Passione fu iniziata nel 1954 secondo i disegni e le spiegazioni che Gaudí aveva lasciato. Le torri furono terminate nel 1976 e da allora si è lavorato alla decorazione scultorea. Gaudí progettò questa facciata durante la convalescenza dalla febbre maltese a Puigcerdà nel 1911.[45] Dedicata alla passione di Gesù, intende riflettere la sofferenza di Cristo nella sua crocifissione, come riscatto dei peccati degli uomini. Gaudí concepì pertanto una facciata più austera e semplificata, senza ornamenti, in cui si distingue la nudità della pietra, in modo da somigliare a uno scheletro, ridotta alle semplici linee delle sue ossa. Include solo le sculture del ciclo della Passione di Gesù di Josep Maria Subirachs, che ideò una serie semplice e schematica, con forme angolari che causano un effetto drammatico. Subirachs realizzò la sua opera tra il 1987 e il 2009.
Gaudí stesso descrisse la sua concezione della facciata della Passione in questo modo:"Qualcuno ha trovato questa porta troppo stravagante, ma voglio fare paura, e per ottenerlo non risparmio il chiaroscuro, in modo che, entrando e uscendo, tutto assuma un effetto più cupo. Inoltre, sono disposto a sacrificare la stessa costruzione, a rompere archi e tagliare colonne al fine di dare un'idea di come sia cruento il sacrificio"
Dove e con chi
Carrer de Mallorca, 401, 08013 Barcelona, Spagna
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tel. +34 933 152 261
+34932 682 422
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Silvia Donnini