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Una vera e propria "porta" tra Torino e la provincia di Cuneo, completamente pianeggiante, Carmagnola è famosa in tutto il mondo per la coltivazione e produzione del peperone, anzi dei peperoni, poiché ci sono ben 5 tipologie riconosciute dal Consorzio dei produttori e adottato da SlowFood tra i Presidi della provincia torinese.
Purtroppo la siccità e il gran caldo dell’estate 2022 ha rallentato, se non dimezzato, la produzione di questa eccellenza territoriale. “Abbiamo subito un gran calo quest’anno – racconta Pierfranco Crivello, imprenditore agricolo e maestro del Gusto – quasi il 50% in meno rispetto gli anni passati. La mia azienda è a conduzione familiare e si tramanda di padre in figlio sin dal 1600.
Da tre generazioni produciamo peperoni, le nostre antiche varietà autoctone. Davvero difficile fare un bilancio quest’anno, molto dipende dal clima, anche delle prossime settimane”.
Le antiche varietà che definiscono il “peperone di Carmagnola” sono: il quadrato (quasi un cubo con 4 punte), la trottola (forma a cuore con punta troncata o estroflessa), il tumaticot (schiacciato ai poli come un pomodoro) il corno di bue (cono molto allungato) e il quadrato allungato, comunemente l’ibrido (meno nobile con una maturazione precoce).
Per info: Azienda Agricola Crivello Pierfranco- Via Cardè 6 – Carmagnola tel.3388620867
Nella zona diverse aziende agricole non solo coltivano ma “trasformano”. Del resto, se certe tipicità ortofrutticole diventano famose fuori dal proprio territorio è anche merito delle aziende agricole che si sono spese per valorizzare il prodotto.
Come la Cascina Fiume della famiglia Tachis che dal 2002 ha iniziato a trasformare il proprio pregiato ortaggio nel piccolo laboratorio aziendale “riproponendo in questo modo antiche e tradizionali ricette piemontesi a base di peperone (peperoni al forno, peperoni in agrodolce, antipasti, conserve, marmellate) rendendole disponibili tutto l’anno”- come spiega Enrico Tachis, titolare dell’Azienda.
Per info: www. https://www.cascinafiume.it/ Via Grangia, 4 - Carmagnola – Tel.011 979 5126
Ma la città di Carmagnola non è sempre stata la “capitale del peperone” poiché conosciuto in Europa da poco piu di un secolo e introdotto nella cittadina piemontese solo all’inizio del ‘900.
Per il suolo sabbioso della piana, Carmagnola era molto adatta a una coltivazione che costituì la ricchezza della località: la canapa. Nei secoli scorsi e fino all'affermarsi delle tecnofibre la canapa era indispensabile per la marina, per le vele e soprattutto le gomene.
Carmagnola diventò il centro non solo di coltivazione, ma anche delle fasi di lavorazione e commercio verso Liguria e Francia, soprattutto il porto di Marsiglia. C’è un interessante Ecomuseo della cultura e della lavorazione della canapa che conserva quella memoria manuale che grazie alla lungimiranza degli ultimi cordai è giunta fino a noi.
Il museo (aperto nel 1998 e riallestito nel 2021) testimonia la coltivazione della canapa, racconta le fasi di lavorazione per le corde con utensili, strumenti, documenti raccolti nel corso degli anni, la cui coltivazione risale fin dal 1200. Anche un libro spiega e racconta bene l’antico mestiere: ”Le corderie di Carmagnola”.
Il riallestimento dell’Ecomuseo della Canapa è stato ultimato dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con L’associazione Museoinsieme e il gruppo storico Cordai di San Bernardo con il contributo della Famiglia Marello e Fondazione CRT.
Il Piemonte e il mare, un antico legame. A Carmagnola c’è anche un museo navale che documenta la vita quotidiana in mare: la storia della Marina Italiana, le attività Navali dall'Unità d'Italia ad oggi, l’ambiente Marino e il modellismo navale.
Il museo è inserito nella storia della cultura carmagnolese proprio per la lavorazione della canapa trasformata in vele e cordame necessari ad allestire le manovre delle navi. Il Museo Civico Navale è stato fondato per iniziativa del locale Gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d'Italia.
Le famiglie nobili piemontesi hanno per secoli fornito valenti ufficiali alla Marina di Casa Savoia, basata inizialmente sul lago di Ginevra e poi dal 1388 nel porto di Villafranca presso Nizza e dopo il 1815 quando la Liguria fu unita al Regno di Sardegna la flotta aumentò notevolmente.
Per info: Piazza Mazzini 1 -Tel.011 9721492
Silvia Donnini