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L’OMAGGIO ALL’ETNA DEL DUE STELLE MICHELIN CON UNA TORTA DI MELE PREPARATA CON I FRUTTI AUTOCTONI DIVENUTI PRESIDIO DI SLOW FOOD
"L’Etna può diventare per l’Italia ciò che Bourgogne è per la Francia”
Un tutto esaurito che ha suggellato il successo di questo primo duetto nell’ambito del “Il Gusto si racconta”, la rassegna che propone incontri tra il mondo dell’enogastronomia e il contesto culturale siciliano.
La prima serata-evento proposta dalle Cantine Nicosia ha avuto quale ospite d’onore Pino Cuttaia, doppia stella Michelin, che ha proposto a Trecastagni il suo percorso rievocativo della memoria dei luoghi natii e della tradizionale culinaria siciliana.
Straordinario cantore di una cucina capace di esaltare le tipicità delle materie prime, Cuttaia ha proposto all’Osteria delle Cantine Nicosia un viaggio che ha coniugato passato e presente attraverso sei portate capaci di esaltare in chiave innovativa alcuni tra gli ingredienti più tradizionali della cucina siciliana.
E così spazio al merluzzo nascosto in una pizzaiola che appariva nell’impiattamento come un trompe l’oeil e alla sorprendente seppia sposata al maiale, alla ninfea di carciofo con bottarga di tonno, all’arancina con ragù di triglia e finocchietto selvatico (per mettere d’accordo Palermo e Catania se non sul genere del termine almeno sugli ingredienti…), al raffinato filetto di manzo lisciato all’olio di cenere.
E infine il tocco di classe finale del maestro, un omaggio al Vulcano con un inedito: torta di mele dell’Etna con gelato al caramello, dessert preparato con i frutti autoctoni del territorio recentemente divenuti presidio di Slow Food.
Le Cantine Nicosia si sono inserite nel duetto con una proposta di alto profilo che ha richiamato la linea che ha caratterizzato un 2015 carico di soddisfazioni culminato con la finale “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso. E così è partita una sequenza d’alta classe avviata con il brioso e appagante Sosta Tre Santi Carricante Brut Metodo Classico 2012 e che ha visto via via “sfilare” in passerella lo sfaccettato e profondo Etna Bianco Monte Gorna ’11, non ancora in commercio e alla sua prima uscita, l’elegante Fondo Filara Frappato ’14, dai vigneti di proprietà a Vittoria, il tipico e minerale Etna Rosso Vulkà ’13.
“L’Etna è uno dei simboli più forti della Sicilia – ha sottolineato Cuttaia stimolato da Nino Aiello, ideatore e conduttore della parte narrativa dell’evento - ed è un territorio che anche dal punto di vista enologico comincia ad essere adeguatamente valorizzato se, come è vero, tutti i grandi produttori di vino hanno postazioni sotto il vulcano o ambiscono ad averle. Nicosia può definirsi un precursore producendo da vitigni etnei da più di un secolo. E il suo successo è la conseguenza logica di una accorta impresa aziendale che ha saputo valorizzare il prodotto del suo territorio. L’Etna può diventare per l’Italia ciò che Bourgogne è per la Francia”.
Angelo Scuderi per Tiguido