cavour Un grande politico come Camillo Benso conte di Cavour non può non essere fra i protagonisti dei festeggiamenti dei 150 anni dell’unificazione italiana. Annoverato tra i grandi padri della Patria, fu ministro, stratega, competente diplomatico e fondatore di organo di stampa. Una figura completa, talvolta controversa, sicuramente fondamentale.
In occasione dell’atteso tricolore anniversario (il 17 marzo apre il sipario ufficialmente) il territorio delle Langhe e il Roero si presenta all’appello con un ricco programma. In primis un’esaustiva mostra ad Alba dal titolo “Le Langhe di Camillo Cavour, dai feudi all’Italia unita”. La rassegna, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con la Città di Alba e la Fondazione Ferrero, aprirà le porte al pubblico l’11 giugno e chiuderà il 13 novembre 2011. Un interessante percorso espositivo offrirà al visitatore oltre duecento opere tra dipinti e documenti storici, provenienti dai piccoli musei locali e collezioni internazionali e private, alcuni mostrati per la prima volta al pubblico. Circa novanta i quadri, sculture e cimeli storici; una settantina di documenti e mappe (assolutamente spettacolari quelle napoleoniche) e una cinquantina di vedute ottocentesche di Alba e delle Langhe, messe a raffronto con altrettante fotografie che ritraggono gli stessi luoghi nel loro aspetto attuale. Per l’occasione una Cavour Card sarà a disposizione come chiave di accesso per informazioni ed usufruire al meglio i servizi del territorio.
cartina delle langhe Dalla città di Alba nel cuore delle Langhe, storica cittadina sulla riva del Tanaro, si svilupperà inoltre un suggestivo circuito turistico, coordinato dall’Atl Langhe e Roero, che coinvolgerà altri luoghi della memoria risorgimentale, già richiamati nella mostra, come Barolo, Serralunga con i Tenimenti di Fontanafredda, Grinzane Cavour, Dogliani, Cherasco, Bra, Pollenzo, Govone, La Morra, Magliano Alfieri, Santa Vittoria d’Alba, Castiglione Tinella e Sommariva Perno. Ogni realtà coinvolta vivrà la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia dando un tocco personalizzato e tipico, con mostre, convegni, visite dei luoghi di memoria, rappresentazioni teatrali, cene con chef provenienti da diverse province italiane e degustazioni nelle cantine storiche.
Camillo Benso e le Langhe si conobbero quando il primo non era ancora “il grande tessitore” (ma solo il giovane e un po’ scavezzacollo figlio del potente marchese di Cavour), e le seconde erano per lo più un’area marginale, povera e sperduta tra Piemonte e Liguria. Nel 1832, appena ventiduenne, Cavour fu nominato sindaco di Grinzane, un paese di 350 anime dove il padre Michele e lo zio Aynard Clermont-Tonnerre possedevano gran parte delle terre coltivate. In una situazione quasi feudale, tenendo le sedute del consiglio comunale in una stanza del castello di proprietà della sua famiglia, il giovane fece il suo apprendistato, imparando ad amare le occupazioni agricole e a conoscere i limiti del sistema di governo sabaudo. Rimase sindaco di Grinzane fino al 1849, soggiornando a lungo nel Castello che ancora oggi domina l’abitato e dove una mostra permanente ne ricorda la presenza.
castello grinzane Il castello, intensamente evocativo della figura di Cavour, si appresta a vivere il 2011 ricco di eventi legati alla figura straordinaria dell’uomo di governo e di statista. Ad aprile, nel periodo pasquale, sarà organizzata una settimana interamente dedicata a lui, durante la quale il personale dell’Enoteca indosserà costumi dell’epoca e un attore impersonificherà Cavour nel videofilmato proiettato all’interno del Castello, accompagnando i visitatori alla scoperta del castello, per poi giungere nel nuovo edificio, dove li attenderà il generale Staglieno (un sommelier ne vestirà i panni) per una degustazione guidata dei migliori vini del territorio.
Nei prossimi mesi, sempre al Castello, si svolgerà il convegno “Cavour: l’uomo”, che ripercorrerà, attraverso la partecipazione di autorevoli relatori e di esperti conoscitori, le vicende personali meno note del Conte, facendo emergere la figura di uomo, mosso da passione, sentimenti e valori fondanti del Risorgimento.
Entrate tardi nei domini dei Savoia, rimaste a lungo isolate in una sorta di enclave dai contorni sfuggenti, le Langhe piombarono improvvisamente sulla scena politica nell’aprile 1796, quando un altro giovane, Napoleone Bonaparte, le attraversò con il suo esercito e ad Alba fu proclamata una repubblica. Per la prima volta in Italia, i nuovi principi di libertà, uguaglianza e fraternità furono posti alla base di un progetto politico volto a costruire una confederazione nazionale. Simbolo di questa esperienza fu un “melarancio”, un albero della libertà stilizzato i cui frutti, formati da spicchi, tutti uguali e indivisibili, rappresentavano gli italiani
Apprezzate da Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, le Langhe iniziarono lentamente ad aprirsi alla modernità economica e sociale, prima di assurgere a mito letterario. Attraverso i volti e le vicende di nobili, borghesi, patrioti e carbonari, di donne e di preti, di eruditi e pittori, ma anche di piccoli proprietari e contadini poverissimi che vissero negli “anni cavouriani”, la mostra racconta anche la grande trasformazione che ha formato gli italiani del 1861.

Silvia Donnini