Barche a vela in lontananza di Heri le Sidanner credits Cristiana PedraliMonet e gli Impressionisti in Normandia: alla scoperta della Normandia

Ad Asti, fino al 16 febbraio 2020 

La mostra Monet e gli Impressionisti in Normandia a Palazzo Mazzetti, Asti raccoglie 75 opere di diversi autori del periodo impressionista (circa 1860- 1908) ma, a differenza delle grandi mostre impressioniste a cui ci siamo abituati, qui lo sguardo è senza dubbio più intimista e la prospettiva non è tanto quella di esporre gli autori, ma di raccontare un luogo: la Normandia.

Siamo stati spesso abituati a pensare ai luoghi che determinavano una scuola, la Scuola di Barbizon o la Hudson River School ne sono esempi lampanti: in quei casi i pittori condividevano un modo di sentire, di vedere e di dipingere. In Normandia si verificò un percorso diverso, qui il luogo divenne esso stesso contenuto.

La mostra Monet e gli Impressionisti in Normandia non è quindi una mostra sugli Impressionisti, ma è una mostra sull'impressione che un luogo specifico è riuscito a suscitare nell'animo di alcuni pittori.

Più che una mostra si potrebbe definire un saggio su “Cos' è la Normandia?” 

La Normandia raccontata da Monet e gli altri impressionisti a Asti

La Normandia è falesie su cui la luce si riflette e contro cui le onde dell'oceano si infrangono.

Onde che si possono sentire, come si possono sentire le grida dei gabbiani che si perdono nel vento.

Il vento è un elemento sempre presente nei quadri in cui c’è il mare, due elementi inscindibili.

L'Oceano Atlantico e i suoi repentini cambi di atmosfera, che paiono sfuggire a noi abituati alle placide acque del Mediterraneo, sono al centro delle marine di Eugène Boudin come Trouville , il molo con l’alta marea (1888-1895), o delle Falesie a Dieppe (1834 ca) di Eugène Delacroix.

I cieli sono sempre cavalcati di nuvole gonfie o soffusi da nebbie che virano dal bianco al griglio fino al rosa dei tramonti.

Bagno a Etretat di Eugène Le Poittevin credits Cristiana PedraliNon solo il mare di Normandia, l’oceano, affascinò questi pittori, ma anche i villeggianti: uomini e donne, più macchie di luce e di colore che figure umane, passeggiano lungo la spiaggia o si siedono lasciandosi scompigliare capelli e vesti dal vento, contadini e contadine, lavandaie e ragazzi approfittano di barche al largo per tuffarsi e eleganti donne si perdono all’orizzonte.

Eccoli tutti insieme in Bagno a Etretat di Eugéne Le Poittevin (1858 ca).

La Natura e gli uomini e le donne che in essa si muovono furono i soggetti preferiti di Monet, Corot, Courbet, Morisot e gli altri qui esposti.

 

La Fattoria Saint Siméon, il luogo dove tutto iniziòLa Fattoria Saint Siméon

Se la costa della Normandia è puntellata di luoghi che fecero la storia dell’Impressionismo, la fattoria Saint Siméon fu forse uno dei meno noti, ma più significativi.

Qui anche Baudelaire veniva a rifugiarsi quando Parigi gli andava stretta.

Ma soprattutto qui si ritrovavano Monet, Courbet, Corot e tanti altri

Eugéne Boudin, originario di questi luoghi, è stato forse il primo a restarne incantato e a celebrarli, rendendoli poi irresistibili anche per i colleghi amici.

La ferme Saint Siméon, a tutt’oggi un hotel, nei tempi passati fu il luogo in cui gli artisti vennero a farsi coccolare da Tante Toutain, a immergersi nei paesaggi della Normandia, tra Honfleur, l’estuario della Senna e l’Oceano Atlantico e a dipingerne le “bellezze metereologiche”, come le definì Baudelaire.

Nella campagna verde attorno alla fattoria, i villeggianti e le signore con l’ombrellino d’ordinanza, anche se il fitto degli alberi non lascia filtrare molto sole, passeggiavano come in La Fattoria Saint-Siméon di Louis-Alexandre Dubourg (1875 ca).

 

Monet in Normandia

Se molti sono i pittori noti e meno noti presenti a Asti, è innegabile che un posto di primo piano spetta a Claude Monet (1840-1926).

Monet, Parisien de Paris, come si definì in un articolo di Le Temps del 1900, quando incontrò Eugène Boudin era ancora preso da Parigi e dai modi parigini, ma già avvertiva la necessità di un cambiamento, di rinnovarsi e di rinnovare.Barche sulla spiaggia di Etretat

Boudin lo invitò a tornare alla natura ed, in prima battuta, alla natura della Normandia: una natura nordica, dai colori freddi, come in Etretat (1864 ca) dai cieli vasti e gonfi di nuvole, di mari e di barche a riva per l’avvicinarsi delle tempeste come in Barche sulla spiaggia di Etretat (1883)

Il rischio era quello di infondere nella natura un fine pedagogico, di piegarla al fine di diffondere un motivo edificante. E qualche volta Monet cadde in questo, ma presto si rese conto che lo stile doveva sempre essere uno strumento, non un fine.

Ed ecco che quando anche Gustave Courbet iniziò a frequentare la Normandia, Chailly in particolare, Monet prese subito a frequentarlo, interessato all’opera di “diseroicizzazione” di Courbet , ai limiti che egli sapeva porre alla retorica a favore delle emozioni.

Perché furono le emozioni, l’atmosfera che la Natura regalava a diventare i temi principali della pittura, ora.

Di questo nuovo modo di guardare la Natura, Claude Monet è stato senza dubbio il motore principale ed ecco spiegato il suo posto al sole in questa mostra.

Informazioni:

Mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia”

Dal 13 settembre 2019 al 16 febbraio 2020

Palazzo Mazzetti- Asti

Aperto da martedì a domenica 10 – 19

Biglietti da € 10, riduzione € 8

Visite guidate e laboratori a fondazioneastimusei.it

 

 

Cristiana Pedrali

 

Barche a vela in lontananza di Heri le Sidanner, credits Cristiana Pedrali

Bagno a Etretat di Eugène Le Poittevin, credits Cristiana Pedrali.

La Fattoria Saint Siméon di Loius- Aòexandre Dubourg 1875 credits Cristiana Pedrali

Barche sulla spiaggia di Etretat di Claude Monet, credits Fondation Bemberg