SAN FOCA e il gasdotto Trans Adriatic La questione ambientale esiste.  E i termini non sono meno catastrofici e negativi di altre mega opere della Penisola.  Se proprio necessario, sarebbe logico intervenire in aree già  industrializzate con indiscusso vantaggio di una  concreta diminuzione di impatto, soprattutto per quanto riguarda la grossa parte dell’ opera che si estenderebbe sulla terra ferma. E invece il progetto del Gasdotto  avverrebbe su uno dei più bei tratti costieri dell’Adriatico: a San Foca, nel Salento, uno splendido e incontaminato territorio dove a far da padrone sono il mare, la spiaggia, le campagne, i muretti a secco e gli ulivi secolari.

L’opera è di tre azioniste multinazionali – norvegese, svizzera e tedesca -  e pare che accordi sul progetto risalgano già dal 2009  (sondaggi e monitoraggi a San Foca all’inizio del 2012). L’ obiettivo principale: accrescere la concorrenzialità del mercato del gas europeo, ma il TAP (acronimo inglese di Trans-Adriatic Pipeline) è un ambizioso e controverso progetto volto alla costruzione di un  gasdotto che connetterà Italia e Grecia via Albania, permettendo l’afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio (Azerbaigian) e, potenzialmente, del Medio Oriente. Il gasdotto avrà una capacità iniziale di 10 miliardi di metri cubi l’anno con la possibilità di raddoppiare. In Italia la linea SAN FOCA e il gasdotto Trans Adriatic toccherà terra, appunto,a San Foca e dovrebbe essere operativa da gennaio 2019. Con tutti i disagi, i disappunti e le conseguenze ambientali. La popolazione, i sindaci del territorio, le associazioni e i comitati  manifestano contro il Tap che si vorrebbe far approdare proprio su uno dei tratti di costa più belli d’Italia. Perchè non se ne comprende (se non un interesse che va oltre il rispetto umano, morale e ambientale) il vero motivo. Quel tratto di costa salentina sarebbe devastato da trivelle che in breve tempo distruggerebbero il turismo, la pesca, zone archeologiche, aree e faune protette. E’ un habitat naturale per infinite specie marine, situata a 18 Km da Otranto e 23 Km da Lecce, vicino ai Laghi Alimini e Torre dell’Orso.

Per ora il progetto del gasdotto ha raccolto l’ok sulla Via (Valutazione d’impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente, con tante e tali prescrizioni che pongono in forse la possibilità concreta di potervi ottemperare. Ma ha incassato anche dei ‘no’ , come quello del ministero dei Beni culturali, per il quale il gasdotto non può assolutamente passare da lì, poichè zona fragilissima, da tutelare.
I comitati  No Tap guadagnano di giorno in giorno il sostegno alla loro battaglia da opinionisti, scrittori, politici e personaggi pubblici. Di recente anche quello dello scrittore Erri De Luca, secondo il quale il progetto del gasdotto va contrastato facendo leva sul diritto alla bellezza paesaggistica.

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Silvia Donnini