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Fare rete ed essere in rete, ecco il vero segreto. Il Dam, Distretto Antichi Mestieri, propone itinerari turistici alla ricerca di una Sicilia più vera e antica
Si parla di crisi, quella economica, industriale, turistica. E’ il momento di trovare delle soluzioni, occorre rivolgere lo sguardo altrove. O meglio, indietro. Occorre forse ritornare agli antichi mestieri, o quantomeno rivalorizzarli. Ogni lembo di terra siciliana ha molto da offrire tra agricoltura, manifattura, artigianato ed eccellenze gastronomiche. Senza sottovalutare i servizi innovativi ad alta tecnologia. Tour operator e giornalisti nazionali ed internazionali hanno partecipato a Taormina, il 16 ottobre, al secondo ciclo di incontri B2B (il primo si è svolto a Favignana) con gli operatori turistici locali e alla presentazione del progetto promosso dal DAM-Distretto turistico antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari siciliane. Si è trattato di workshop per sviluppare sinergie fra partner e diffondere la proposta turistica di una Sicilia diversa. Diversa perchè capace di coniugare tradizioni e sapori con le bellezze del territorio. Una Sicilia insolita, dalle mete non scontate e non soltanto fruibili d’estate. “E’ il nostro obiettivo principale - ha dichiarato il presidente del DAM, Michelangelo Lo Monaco – quello di far arrivare ai visitatori di tutto il mondo lo spirito di una Sicilia inedita, prestando attenzione alla qualità e alla soddisfazione del turista attraverso la valorizzazione dello stile siciliano.” Il progetto del DAM nasce dall’unione di enti pubblici, imprese private ed associazioni (come le Proloco) per risaltare i patrimoni dell’isola ed è rivolto a chi vuole vivere la vacanza siciliana come stile di vita.”Ci sono mestieri antichi che bisogna mantenere in vita affinché non si esauriscano – afferma Lo Monaco – ci sono luoghi che parlano di sapori, ritmi a misura d’uomo, paesaggi dell’entroterra ricchi di folklore che possono diventare dei veri percorsi turistici in tutte le stagioni. Abbiamo grandi prospettive ed è per questo che abbiamo pensato di guardare indietro, alle nostre tradizioni, leggendoli in una chiave moderna, proiettandoli in una visione futura”.
Oggi tutto passa attraverso Internet. E per supportare l’ambizioso progetto del Dam, entra in funzione anche una piattaforma multimediale (collegata al sito web del Distretto) di commercializzazione b2c e b2b, dalla quale sarà possibile conoscere e acquistare i servizi di tutti gli operatori del territorio Una distribuzione che non si limita solo alla ricettività ma abbraccia tutto l'ecosistema turistico, permettendo di accedere a singoli servizi o alla costruzione di pacchetti specifici.
Sono 23 i comuni siciliani che aderiscono al Distretto, tutti piccoli comuni che offrono esperienze particolari, tradizioni popolari, luoghi che il tempo non ha quasi scalfito.
Come Furci Siculo e Nizza di Sicilia, sulla costa ionica in provincia di Messina, a pochi km dalla rinomata Taormina (anch’essa protagonista del Dam anche se certo non bisognosa di visibilità); due borghi marinari ( a Furci si trova un piccolo ma significativo Museo del mare della pesca e delle tradizioni marinare).che dalle colline scendono a mare, dove si può gustare la “vera” granita siciliana elaborata con antichi metodi, dove il turista può sostare nella piazza e giocare a carte con gli anziani del paese, dove può inoltrarsi sulla rocca sovrastante e godere di un panorama mozzafiato. Oppure le due perle dei Nebrodi: Montagnareale e Sinagra: la prima, già nota per la vasta produzione di castagne e ciliegie, accoglie il visitatore con un suggestivo Mulino a macina, perfettamente attivo a funzionamento idrico, così come suggestivo è un enorme Cristo Redentore che domina la vallata ed abbraccia il paese sottostante fino al golfo di Patti.
Il secondo paese, Sinagra è un piccolo centro sulle sponde del fiume Naso dove la proloco e le istituzioni comunali sono riuscite a far convivere la storia millenaria con la modernità. In questo piccolo centro è possibile assistere alla preparazione manuale di antiche tradizioni come il sapone artigianale, l’intrecciatore di cestini, un piccolo atelier di abiti da sposa originali dagli anni’50 fino ai giorni nostri riprodotti a mano dalle donne del paese.
Per chi vuole visitare la provincia di Catania e addentrarsi nei paesini pedemontani la scelta è vasta: a Viagrande,ad esempio, merita una visita la casa delle Farfalle Monteserra, unico farfallario permanente tropicale del sud Italia (Casa delle Farfalle Via Umberto I, 244 - tel.347 041 5868 - www.casadellefarfallemonteserra.it). La
struttura ospita centinaia di farfalle variopinte, un parco e sosta ristoro per i visitatori, visite guidate ed un piccolo accogliente centro didattico espositivo. Unico nel suo genere è anche lo stile settecentesco di Villa Manganelli Biscari, nel centro di Viagrande, con uno splendido giardino ricco di piante secolari e sculture. All’interno della Villa si trova anche il piu grande museo archeologico privato della Sicilia (per info e prenotazioni visite :Via Garibaldi 303-Viagrande-tel.3485548262).
Altri due comuni aderenti al progetto del Dam sono Pedara e San Pietro Clarenza. A Pedara, sono state aperte recentemente due strutture: il Museo “Due Palmenti”, all’interno del complesso di Palazzo Pulvirenti,dove sono presenti attrezzi che servivano alla pigiatura dell’uva, il torchio che veniva utilizzato per spremere gli acini e le vasche che accoglievano il mosto. Il secondo è la Casa-Museo “Domus Caritatis Giuseppina Faro” che raccoglie diversi oggetti sacri in quella che fu la residenza della “Beata Peppina”. L’intero complesso si trova in una casa gentilizia dell’800. Ad arricchire la cittadina pedemontana c’è anche la Fondazione Angelo d'Arrigo – dedicata al grande recordman di deltaplano, scomparso nel 2006 - con sede in via delle Ginestre 32 (per info: Tel 095 7805694 www.fondazione.angelodarrigo.com ).
San Pietro Clarenza aderisce al Distretto per due caratteristiche diverse fra loro ma molto importanti per il recupero delle tradizioni: la prima di carattere gastronomico, la rinomata mostarda di fichidindia. Ogni anno, a settembre, il paese Clarentino dedica due giorni a questa specialità con la Festa della Mostarda dove gli ingredienti principali sono i fichi d'India e il mosto d'uva. La seconda tradizione è il teatro dell’opera dei pupi. I pupi siciliani si distinguono dalle marionette principalmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, costituito da narrazioni cavalleresche derivate da romanzi del ciclo carolingio. A far gli onori di casa c’è l’artista e maestro Salvo Mangano con la sua bottega ed i suoi pupi. L’ambiente è molto piccolo ma colmo di meraviglie. (per info: Compagnia Teatrale Opera dei Pupi ‘Il Paladino’ - viale Europa 50 - tel. 095 520717 - www.ilpaladino.org ).
Grammichele e Rosolini sono le “penultime tappe”dell’ipotetico tour alla scoperta degli antichi sapori e saperi. Grammichele è una interessante cittadina a pianta esagonale, si trova alle pendici dei monti Iblei ad una decina di km da Caltagirone, E’ consigliabile visitare il Museo Civico che raccoglie reperti archeologici provenienti dal territorio. Uno dei prodotti tipici grammichelesi è la salsiccia (sasizza) al ceppo. La lavorazione della carne non avviene per tritatura meccanica ma è realizzata al ceppo di legno. Legato a questo prodotto è la "Sagra della salsiccia" che viene festeggiata ogni anno tra il 6 e l'8 settembre in concomitanza con la festa del Piano.
Poco distante dal centro cittadino c’è Villa Margi, un elegante agriturismo ma anche un laboratorio di lavorazione e produzione delle vere eccellenze gastronomiche a km 0. la struttura nasce dal recupero di un antico palmento ottocentesco e si dedica con passione alla storia e le tradizioni locali. E’ immerso nel verde di agrumeti coltivati con metodo biologico. (Per info: Valle dei Margi Contrada Margi – Tel. 0933 940464 www.valledeimargi.it ).
Rosolini, in provincia di Siracusa, è sinonimo di ruralità, muri a secco, produzioni casearie, vitivinicole e soprattutto carrubi. E’ divenuta porta d’ingresso del territorio ormai famoso a tutti grazie alla fiction del Commissario Montalbano. Nelle campagne trionfano i carrubi, tanto che la cittadina è nota anche con la definizione di “Città del Carrubo“. Sono piante millenarie (alcuni carrubi hanno 1700 anni) utilizzate in molteplici aspetti dai trasformatori e utilizzatori della carruba e i suoi derivati che contribuiscono alla valorizzazione del frutto dandone notorietà e valore aggiunto. Inoltre, la farina di carrube non contiene glutine ed è perfettamente tollerabile dai celiaci. Un’azienda agricola specializzata nella trasformazione di questo alimento è la Ilcar (Tel 0931 858388 -
Ed infine, per la provincia di Ragusa, Modica, una delle più pittoresche città della Sicilia. Come Taormina, Modica non ha bisogno di presentazioni ma rientra nel progetto di fruibilità turistica del Distretto Antichi Mestieri grazie alla collaborazione della piu rinomata cioccolateria cittadina, l’Antica Dolceria Bonajuto, attiva dal 1880 per ben sei generazioni. Il cioccolato modicano ha origini antichissime e trova le sue radici in quello che si definisce “il popolo del quinto sole”, gli Aztechi.E’ conosciuto per la peculiarità della lavorazione a freddo, è rustico, quasi grezzo, con granuli di zucchero lasciati grossolani che gli conferiscono, oltre alla particolarità nel gusto, una brillantezza di riflessi quasi come “pietra marmorea”. (per info: Corso Umberto I, 159, Telef. 0932 941225 )
DAM-Distretto turistico antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari siciliane www.damsicilia.it -
Silvia Donnini