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A Donnafugata, il convegno su terrazzamenti, giardini e dammusi: un paesaggio da difendere e valorizzare. Al tavolo rappresentanti delle istituzioni, dell’università e dell'impresa.
Passitaly – l’appuntamento annuale dedicato al Passito ed al territorio di Pantelleria (dal 24 al 27 ottobre 2015) - presenta una serie di convegni dedicati ai temi “strategici” che riguardano il futuro dell'isola, primo fra tutti quello di un sistema agricolo complesso, che richiede un elevato apporto di mano d’opera e che è un tutt’uno con il paesaggio.
Il 26 ottobre nella Cantina di Donnafugata a Kamma, si è parlato di "Paesaggi Antropizzati. La Vite ad Alberello fra terrazzamenti, giardini e dammusi”. Sono intervenute personalità del mondo accademico come il prof. Mauro Agnoletti dell'Università di Firenze, il prof. Giuseppe Barbera dell'Università di Palermo, e rappresentanti delle istituzioni quali Luca Bianchi Capo Dipartimento del Ministero dell’Agricoltura e il sindaco di Pantelleria Salvatore Gabriele.
L'incontro sul tema del Paesaggio prende le mosse dal recente riconoscimento Unesco della vite ad alberello di Pantelleria quale patrimonio dell’umanità, una pratica agricola che testimonia la capacità di adattamento dell’uomo ad un ambiente “estremo”: al vento sferzante, ai terreni in forte pendenza e all’assenza di sorgenti d’acqua, la sapienza creativa del contadino ha risposto con l’alberello, i terrazzamenti e i giardini panteschi.
A fare gli onori di casa e a rappresentare il punto di vista del sistema produttivo dell'isola, Giacomo Rallo, fondatore e Presidente di Donnafugata, l’azienda che conta su 68 ettari di vigneti in produzione e che porta il nome di Pantelleria nel mondo con il pluripremiato Passito Ben Ryé.
“Pantelleria è un esempio di agricoltura eroica - spiega Giacomo Rallo - che vive in simbiosi con il suo paesaggio, ovvero quel valore aggiunto che la fatica di generazioni di contadini ha saputo costruire nel tempo, strappando fazzoletti di terra alla roccia e utilizzando la pietra per costruire muretti a secco, giardini e dammusi”.
“Per mantenere il paesaggio – continua – occorre che l’agricoltura resti attiva, che il contadino abbia un adeguato reddito e che il consumatore riconosca nelle uve Zibibbo e nel Passito di Pantelleria un assoluto valore qualitativo oltre che identitario. Qui a Khamma accogliamo in estate oltre 2.000 visitatori all’anno, mostrando loro la vigna centenaria ed il giardino pantesco che abbiamo restaurato e donato al FAI nel 2008: un modo concreto, affinché gli straordinari elementi dell’agricoltura e del paesaggio di Pantelleria siano percepiti ed apprezzati.”
La Redazione