belmonte

Transitando sulla SS 18, tra Amantea e Longobardi, Belmonte Calabro lo si scorge arroccato lassù, in cima al cocuzzolo, appena dietro la pineta del colle della Vastia. Tutt’intorno gli fanno corona le cime di colline verdeggianti e scarsamente antropizzate. Dal basso appare imponente il vetusto palazzo dei Ravaschieri e il campanile della chiesa, quello che durante la celebrazione delle messe, diffonde ai quattro punti cardinali le omelie di don Abruzzini. Belmonte Calabro è uno dei tredici borghi più belli della Calabria e il suo impianto urbano, costruito nel 1270, è ancora perfettamente conservato. Pochi gli scempi edilizi visibili, molti gli angoli e gli scorci che sarebbero da recuperare, mantenendo intatte le caratteristiche strutturali. belmonte Certamente meriterebbe di essere inserito nel circuito virtuoso dei borghi più belli d’Italia, al pari degli altri cinque borghi calabresi, già inseriti in questo prestigioso elenco nazionale. A coloro che animati da uno spirito di curiosità e conoscenza, decidono di salire la strada panoramica che conduce al borgo antico, regala emozioni che riconducono ad un tempo passato. Il tempo, infatti, in questo luogo sembra essersi fermato al Medioevo. Non è una cosa tanto impossibile che, nel tempo e proprio per le sue specifiche caratteristiche, possa diventare il Museo Vivente, della Storia e delle Tradizioni Calabresi. casa antica belmonte Le premesse necessarie, se si crede in queste teorie e nello sviluppo di questi progetti, ci sono tutte. Il decumano, che è transitabile solo a piedi, inizia dov’è l’ingresso della biblioteca comunale e la chiesa del Carmine e, attraversandolo tutto, arriva fino al Belvedere Ravaschieri. Lungo il breve percorso, si dipartono vicoli e scalinate che scendono fin dove le pietre che trasudano storia antica, cessano il loro esistere al margine del ripido pendio che scende fino al torrente Veri. A parte gli scorci pittoreschi del borgo e l’affaccio panoramico sul colle della Vastia dove, al centro della una folta pineta campeggia la stele del mausoleo dedicato a Michele Bianchi, c’è da visitare i resti del castello d’origine angioina, il principale luogo d’ispirazione di quel controverso personaggio storico che fu Galeazzo di Tarsia, oggi anche sede di un piccolo ma interessante museo della tradizione contadina belmontese.

donna di belmonte La vita delle contrade è rimasta inalterata e in queste borgate si consumano ancora i riti di un tempo, come quello di fare il pane in casa almeno una volta alla settimana.

A breve distanza dall’abitato, circa seicento metri, è rimasto intatto anche l’ex convento dei Cappuccini. Espropriato dai Francesi nel 1806, oggi è residenza privata ma, in quella che era la vecchia scuderia, Paola Scialis, l’avvenente attrice dai tratti mediterranei, riceve gli ospiti e mentre alcuni camerieri vestiti da frati, servono in tavola pietanze tipiche, lei, si esibisce in spettacoli teatrali che raccontano di briganti calabresi e donne coriacee. Il tutto, è sempre accompagnato dalla musica di Gerardo Vespucci. Per gli amanti della Natura, Belmonte Calabro, regala anche particolari emozioni, a chi compie un’escursione lungo il letto del Veri mentre, coccolato dal rumore delle acque che scorrono tumultuose, si può ammirare una vegetazione rigogliosa di piante rare. Belmonte è famoso per almeno due eccellenze: la lavorazione dei fichi secchi del cosentino (da pochissimo entrati a far parte dei prodotti dop), lavorati dall’ultracentenaria azienda Colavolpe e la produzione del mitico pomodoro, detto il “gigante”, l’unico pomodoro italiano tutelato e valorizzato da una De.C.O.

per info generali www.comunedibelmontecalabro.cs.it

 

Per scoprire i riti e le tradizioni di un luogo rimasto intatto nel tempo, molteplici le strutture ospitanti: fra i tanti il B&B Casanticagliostra propone settimane culturali, naturalistiche ed enogatsronomiche, in una residenza di charme. (www.casanticagliostra.it )

 

(Sergio Zanardi)

(webgrafica concessa da Sergio Zanardi)