Una antica leggenda narra della ninfa etrusca Bapti-Palia, che regnava nelle paludi della pianura di Battipaglia, che si estendevano fin verso il mare. Ella custodiva gelosamente il segreto della mozzata di bufala (antica denominazione della mozzarella di bufala), cibo prelibato riservato agli Dei. All’alba di ogni giorno la ninfa si dedicava alla mungitura delle bufale che pascolavano allo stato selvatico nelle paludi e, dopo un laborioso e complesso procedimento, solo da lei conosciuto, si accingeva alla “filatura” della cagliata e dal morbido perlaceo ne “mozzava” pezzi dalla forma sferica. Otteneva così la mozzata. Alla fine, dopo averla preparata con cura e riposta in canestri di vimini adornandola con ramoscelli di mirto e altre erbe aromatiche, ella si recava alla dimora degli Dei per offrirla alla loro mensa.

Il Fato volle che un giorno la ninfa Bapti-palia si imbattesse in un giovane pastore di nome Tusciano, il quale giaceva dolcemente addormentato sulla riva del fiume. Presa dalla rara bellezza del giovine, ella se ne invaghì, e dopo averlo svegliato con delicate carezze, gli dichiarò il proprio amore. Come pegno di esso, gli svelò il segreto della mozzata di bufala. Tusciano, ingenuamente e per farsene vanto, rivelò tale segreto alla gente delle vicine contrade. Gli Dei, adirati che i mortali fossero venuti a conoscenza del segreto, punirono la ninfa ed il suo innamorato condannandoli a girovagare per le paludi senza mai potersi incontrare. Qualcuno giura che per secoli, nelle notti di luna presso le paludi si udissero ancora le voci dei due innamorati, che si chiamavano l’un con l’altra, cercando di raggiungersi, ma invano!

Oggi, per fortuna, i due amanti possono dirsi ricongiunti, poiché la ninfa Bapti-Palia è divenuta l’operosa cittadina, la quale stringe in un eterno abbraccio il suo Tusciano, trasformatosi nel fiume che l’attraversa. E Battipaglia è ritornata, come ai tempi antichi, a svegliarsi all’alba per la mungitura delle bufale sparse per la pianura e col loro latte, fa rivivere, attraverso i suoi artigiani e gli esperti “casari”, il rito quotidiano dell’antica mozzata di bufala. Il cui segreto, molti, al di fuori delle nostre terre, cercano di carpire, ma a tutt’oggi i tentativi son rimasti invani…”

L’autore di questo testo è l’istrionico Luciano Paraggio, multiforme e multimediale produttore di mozzarelle, attore di teatro, drammaturgo e poeta.

(Il suo caseificio è la Fattoria, Campania Felix – Viale libertà. 71 – Battipaglia. Tel. 0828.301311)

Ogni anno, ci informa Luciano, un’altra storia, più documentata e realistica della ninfa ed il suo innamorato, viene fatta rivivere tra la gente del luogo.Nella penultima domenica di maggio, un corteo storico attraversa le strade di Battipaglia. Organizzata dal Santuario della Madonna della Speranza, la manifestazione è una rievocazione dell’arrivo della Madonna nel paese, proprio come fece l’ottocentesco nobile Franchini, Cavaliere alla corte borbonica. Essendo molto devoto a Maria, egli fece costruire una piccola cappella sulle rive del Tusciano e si fece donare dai Borboni una copia della Madonna della Speranza. La statua arrivò con solennità accompagnata dai soldati borbonici. Il corteo attuale, giunto alla 5° edizione, rievoca l’antico arrivo, portato a braccio e in costume, fino al Santuario, con cavalli e carrette, popolo e soldati, e donne dal balcone che gettano petali di fiori al passaggio. Una manfestazione sentita – afferma Luciano Paraggio – con qualche rivisitazione personale. Il tocco dell’artista insomma, come il “saluto du cafone”, il personaggio fuori dalle righe del paese, interpretato dallo stesso Paraggio.

L’appuntamento dunque, è per domenica 21 maggio.

Per informazioni: 335.5355286

 

(Silvia Donnini)