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- Categoria: Al Buon Ristoro
A ROMA DA "CHECCO ER CARETTIERE"
ANCHE COOKING CLASS
"Fior de castagna, vie' da Checco e vedrai comme se magna. Fior de amarena, braciola pesce abbacchio alla romana, la cucina de Checco e' sempre piena..."
Così recita una targa sbiadita su una parete di Checco Er Carettiere, ristorante storico di Trastevere, aperto nel 1935 da Francesco Porcelli detto “Checco” che con un carretto riforniva gli osti romani del vino dei Castelli. Alla fine, con i risparmi, oste lo diventò anche lui. Con la moglie Diomira in cucina, rilevò “L’Osteria del Burino”, ai tempi locale malfamato in via Benedetta, per questo chiamata "Via Maledetta".
Tutta la sua storia e quella della famiglia, alla terza generazione, è sulle pareti del locale, basta alzare gli occhi: vecchie fotografie con dedica, ricordi di personaggi e di vecchie glorie di Cinecittà, quando Roma era la Hollywood sul Tevere. Ma c'è anche quella di Ennio Morricone, amico e compagno di scuola di Checco, sopra il suo tavolo preferito. E poi massime di saggezza romana, attestati, e persino il famoso carretto con tanto di botticelle montato su un soppalco.
Oggetti troppo cari per andare in soffitta, protagonisti di una storia minore stratificata. Tutto è rimasto tale e quale, con il rischio di essere una scenografia museale un po' polverosa, non adeguata ai nuovi tempi. Altri locali storici hanno cercato di rinnovarsi, nell'aspetto e nella cucina, talvolta snaturandone la rusticità.
Ma qui, da Checco, non è andata così. Il vecchio e il nuovo si sono fusi armonicamente. La terza generazione - tutte donne - ha capito che un'evoluzione era possibile differenziando l'offerta. Ma la cucina romana vera e di sostanza c'è ancora tutta, nulla è stato sostituito o alleggerito in nome del salutismo.
L'esperienza è immersiva e l'assoluzione dal peccato è certa, grazie alla grande qualità degli ingredienti e alla mano che sa dosarli e armonizzarli. Lo fa da decenni Stefania che -come dice- si diverte ancora a far bene da mangiare e a offrire il massimo anche al turista che capita per caso. Soprattutto quando fa le cooking class trova attenzione e curiosità, e questo richiede il massimo impegno, perchè ha capito prima di altri che un ristoratore rappresenta la cultura di un luogo, anche per i giovani che la sera si appropriano in allegria di Trastevere, con gusti e richieste alternative.
Hanno subito riscosso successo le cooking class di 3 ore, per turisti o per chi vuole imparare a tirare la sfoglia e penetrare nei segreti della perfetta amatriciana. Le lezioni possono anche essere personalizzate secondo i piatti che si desiderano eseguire, che poi si mangiano tutti insieme, Un esempio? Fettuccine fatte a mano e sugo all'amatriciana con abbondante guanciale e e pelati strizzati a mano, carciofi alla romana con aglio e mentuccia romana e una sorta di tiramisu "de' noantri" con biscotti, ricotta e polvere di caffè. C'è la proposta giusta per tutti.
Il locale originale negli anni è stato ampliato, con una sala per esperienze gustative easy a tutte le ore, con un laboratorio di pane/pasticceria dove tutto - ma proprio tutto- viene fatto in casa: pane, croissant, creazioni dolci e salate, torte e gelati. Appena all'angolo del vicolo, da una porta -finestra escono panini, pizza e hamburger amatissimi dai giovani della movida trasteverina. Si può anche ricevere tutto a casa e anche donare una gift card .
Il cibo qui è vero e verace, sublimazione della manualità e della semplicità, rustico quel tanto che basta a ricordarci che "se po' magna bene anche con poco, se lo sai fa' e ce metti er core". I tempi di cottura devono essere giusti e le porzioni appaganti. Il menu è la "Bibbia" del buon mangiare de' Roma, di quella cucina che ha attinto da allevatori e contadini, dal macello che concedeva ai lavoranti le frattaglie come integrazione di paga, dalla cucina giudaica del Ghetto che era ancora più parca. Ed ecco le fettuccine che una volta si facevano in casa, talvolta senza uova perchè costavano meno della pasta comprata, e tutta la serie di cacio e pepe, matriciana, i bombolotti alla gricia, tortelli di ricotta e spinaci con burro e salvia e non solo.
Tra i secondi ci sono la vignarola (fave, piselli e carciofi), abbacchio scottadito e in cotolette fritte panate, carciofi alla romana e alla giudia, saltimbocca alla romana, fettine di noce di vitella, tanto buone da "saltare in bocca”. Un'invitante vetrina promette anche specialità di mare, a cominciare dagli spaghetti alle vongole.
Tra i contorni è imperdibile un purè di patate e pomodoro, storica ricetta povera romana. Si beve anche molto bene. Non c'è più quel vinello bianco che sgorgava dalla fontane dei Castelli, ma ottimi Frascati DOCG e altre etichette locali, oltre alle regionali di grandi e piccoli produttori, passiti, spiriti e cocktails. Aperto ad ogni fascia di consumatori, è un luogo di scoperta e di condivisione con un'offerta all day dining.
Stefania e la figlia Michela con le sorelle Laura, Mara e Susy, responsabile del bar, insieme alla cugina Simona, accolgono l'ospite come si fa a casa e coordinano una corazzata di una quarantina di persone, tra cui molti giovani competenti e motivati.
www.checcoercarettiere.it
Via Benedetta 10 - 00153 Roma
Mariella Morosi