logo magis

Ci sono tanti modi di celebrare l’Unità d’Italia: dalle colline del Piemonte a quelle del Friuli, dalla Toscana alla Puglia, fino alle terre di Sardegna e Sicilia, c’è chi si impegna al meglio per produrre in agricoltura con più attenzione all’ambiente, utilizzando gli agrofarmaci solo quando e dove servono. Un impegno per dare maggiore appeal alle produzioni di qualità del Made in Italy e tra queste al vino, che rappresenta una delle voci più importanti e prestigiose delle nostra economia.
Sono finora 73 le aziende vitivinicole italiane ad aver aderito al progetto Magis. Una squadra speciale scesa in campo, o meglio nelle vigne, che vede schierati piccoli produttori accanto a grandi marchi dell’enologia nelle convinzione che non è la dimensione delle aziende e la collocazione geografica a renderla importante, ma l’attenzione alla qualità, all’ambiente, al modello di impresa, in altre parole un’etica comune nel produrre grandi uve e trasformarle in eccellenti vini.
Magis è un termine latino che significa “di più”: una scelta di chi punta in alto così come il germoglio che cresce da un arcobaleno, divenuto il colorato logo dell’iniziativa.
I Partners del progetto, Unione Italiana Vini, Università di Milano, Assoenologi, Bayer CropScience, CNR-Ispa di Bari, DEIAFA dell’Università di Torino, DEISTAF dell’Università di Firenze, Image Line e la Comunità Scientifica hanno già dato i primi risultati.
Se n’è discusso recentemente a Rimini alla fiera Sapore Agrifil con tecnici ricercatori e rappresentanti delle 73 aziende che hanno illustrato gli obiettivi raggiunti.
Federico Castellucci, direttore dell’Oiv (Organisation International de la Vigne e du Vin, una sorta di Onu del vino cui aderiscono 44 Stati), ha ricordato le direttive internazionali che l’Italia con Magis ha recepito e le tendenze del mercato.
Il prof. Attilio Scienza ha citato la nuova normativa europea sull’uso sostenibile degli agrofarmaci e sottolineato la sfida culturale verso il consumatore che è alla ricerca di sempre maggiore sicurezza alimentare. “C’è un crescente interesse- ha affermato il Ptofessore – verso le produzioni ecocompatibili: esigenza legittima che non si risolve con visioni auliche e nostalgiche direi da presepio, ma con lo sviluppo di una viticoltura di precisione dove gli interventi sono mirati e il rispetto dell’ambiente è messo al primo posto”.
Magis ha impegnato le aziende a mettere a confronto una parte di vigneto condotto secondo le indicazioni precise del protocollo di sostenibilità con un’altra parte condotta in maniera per così dire tradizionale-aziendale. Si sono valutati i risultati di mappatura vegeto-produttiva delle piante, gli interventi di difesa mirata dai parassiti nelle varie zone climatiche e lo studio delle condizioni meteo. “Abbiamo messo a punto una rete informatica in grado di monitorare i dati a sette giorni e di fornire la serie storica su un quadrante che arriva ad una precisione fino a qualche tempo fa impensabile” ha spiegato Ivano Valmori delle Image Line che è tra i partner di Magis.
Il territorio italiano è stato suddiviso in 50 mila quadrati con un lato di 2500 metri l’uno: per ognuno di questi quadri si possono avere condizioni e previsioni meteo, temperature, umidità, venti ecc, in grado di far decidere quando e se intervenire nella difesa delle piante dagli attacchi di parassiti e funghi: dunque una previsione non generica di territorio, ma praticamente vigna per vigna.
Tutto questo ha consentito alle aziende di ottenere i propri vini riducendo i costi di trattamenti e interventi della manodopera. Gabriele Canali dell’Università Cattolica di Piacenza ha elaborato il diagramma che dimostra come la maggioranza delle aziende, seguendo il protocollo Magis, ha ridotto sensibilmente i costi di produzione in 42 casi su 73.
E la qualità dei vini? Le degustazioni e le analisi sensoriali affidate ad un panel qualificato dell’Assoenologi, ha spiegato il direttore Giuseppe Martelli, “ha promosso i vini Magis e confermato che la qualità si può ottenere anche riducendo costi ed impatto ambientale”.
Lo confermano anche i risultati sullo studio sia sulle uve che sui vini sulle ocratossine. Una ricerca specifica sviluppata dall’Oiv e dai ricercatori del Cnr, Istituto di Scienze della produzioni alimentari di Bari, conferma naturalità e salubrità dei vini ottenuti con questo protocollo.
A questo punto la nuova sfida sarà comunicare tutto questo al grande pubblico rendendo visibile l’impegno Magis, che può aprirsi anche a nuove aziende. La sfida continua.

L’elenco delle aziende aderenti si possono trovare su www.magis.me

La Redazione