- Dettagli
- Categoria: Cantina
Dietro un grande vino siciliano spesso c’è una donna. Le imprenditrici siciliane sono diventate nel tempo le “ambasciatrici orgogliose e credibili della propria terra, girando il mondo portando con sè passione, conoscenza,eleganza e determinazione“. Lo ha detto Leonardo Agueci presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino che le ha accompagnate a Roma (nel mese di dicembre) per incontrare il ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan e per offrire i loro prodotti in degustazione ai ristoratori della capitale.
È la prima volta che un numero tanto consistente di imprenditrici vitivinicole, in rappresentanza di tutti i territori più vocati dell’isola, si presenta insieme ad un evento importante, articolato in tanti appuntamenti, fuori dalla realtà isolana. E’ stata una vera festa, svoltasi nei seicenteschi saloni di Palazzo Ruggieri con la collaborazione dell’Associazione italiana sommelier.
Dopo l’incontro con il ministro e la degustazione delle etichette presentate, tutte le imprenditrici hanno parlato delle proprie esperienze in un talk show condotto dall’attrice Natalie Caldonazzo nella sede dell’Associazione Civita.
Approdate al mondo del vino per vie diverse, spesso lasciando professioni importanti, affettuosamente sollecitate dal giornalista Nino Ajello, hanno raccontato il proprio percorso, non sempre facile, ma sempre guidato dall’amore per la propria terra.
Tra le più giovani del gruppo, Francesca Tonnino, appena 26 anni, laureata in agraria e già Ambasciatrice del Gusto, Carolina Cucurullo della Masseria del Feudo che concilia le cure per due bimbi piccolissimi con l’attività nell’azienda di famiglia.
Attivissima anche Marilena Barbera insieme alla sorella Daniela che, esperta di diritto internazionale e tributario, lavora a pieno ritmo nella cantina fondata dal nonno negli anni Venti. Nello stesso tempo ricopre incarichi importanti come presidente del Consorzio Italia Wine Alliance per il potenziamento e la commercializzazione del vino italiano in Cina.
C’era anche Mariangela Cambria, alla guida con i fratelli Francesco ed Emanuele dell’azienda Cottanera, convinta sull’importanza di fare squadra per promuovere il vino siciliano all’estero dove si tende ad attribuirgli un’unica identità territoriale e qualitativa. “Ognuna di noi – ha detto- deve essere ambasciatrice del proprio territorio“.
Agrigento, Marsala, Piazza Armerina, le Eolie, Pantelleria, Trapani, Erice, Siracusa sono infatti tutti territori vocati a produzioni d’eccellenza dalla spiccata personalità, non omologabili. Alle pendici dell’Etna, microcosmo che dà origine a vini di tradizione antichissima con caratteristiche sempre diverse, vi sono altre aziende con una significativa presenza femminile. C’è la Tenuta di Fessina di Silvia Maestrelli, toscana che ha scelto di lavorare in Sicilia e che produce un ottimo Nerello Mascalese, la Valcerasa di Alice Bonaccorsi, sempre impegnata in vigna e in cantina col marito Rosario Pappalardo e presto affiancate dalle figlie Sofia e Teresa. E poi c’è Margherita Platania, che dal 2004 prende le redini dell’azienda fondata nel 1880 mettendo in atto un intenso processo di rinnovamento, recupera il patrimonio genetico di storici vitigni selezionando i cloni migliori da reimpiantare.
Tante altre imprenditrici hanno parlato di sè portando la loro esperienza e anche i loro sogni: Francesca Planeta, erede di un grande nome, product manager internazionale che nel 1995 decide di tornare tra i vigneti del padre Diego, Silvana Conte di Alambicco di Sicilia, Caterina Tumbarello delle Cantine Pellegrino, Enza Li Fauci dell’omonina tenuta, Nancy Astone di Cambria, Flora Mondello di Gaglio Vignaioli, Mirella Tamburello delle Aziende Agricole Tamburello, Francesca Curto della Curto Antica Azienda Agraria, Laura Savoca della Tenuta Gigliotto di Piazza Armerina, Stefania Lena di Fatascià, Rita Russo della Limonio, Carmela Pupillo dell’Azienda Pupillo di Siracusa, Lilly Fazio della Casa Vinicola in Erice, Carmela Di Bella, Arianna Occhipinti e Gaetana Jacono della Valle dell’Acate.
E naturalmente, senza dimenticare le donne di consolidato successo internazionale, come Jose Rallo di Donnafugata e Vinzia di Gaetano della Firriato, che hanno seguito dall’inizio il rinascimento del vino italiano e in particolare di quello siciliano, impegnandosi in primo piano anche per la promozione delle loro etichette.
La giornata romana, davvero particolare, si è conclusa con la consegna di premi conferiti dall’Istituto della Vite e del Vino e con una cena a base di tipicità siciliane, realizzate dallo chef Natale Giunta, felicemente abbinate ai vini presentati.
Mariella Morosi