la societò operaia

 Ritrovarsi alla Società Operaia oggi fa la differenza e tendenza.Il regista Antonello Grimaldi con il suo staff ha degustato i piatti dello chef… E una domenica di giugno, con grande sorpresa e senza preavviso, anche il maestro Gualtiero Marchesi ha cenato nel ristorante di San Maurizio Canavese.

 

Gli appassionati della cucina tradizionale,piemontese e genuina, non rimarranno indifferenti al menu del ristorante della Società Operaia e dal suo bravo chef Andrea Lamprati, prodigo nel far riscoprire tutte le specialità dai sapori genuini di san mauriziouna volta. E’ posto sotto i portici di San Maurizio Canavese, un piccolo comune alle porte di Torino e vicinissimo all’aeroporto di Caselle, in un edificio rurale con una grande “corte” che richiama subito alla mente atmosfere e consuetudini quasi scomparse, accogliendo testimonianze di una dimensione pacata, lontano dallo stress cittadino, dal caos metropolitano. Ma soprattutto evoca ricordi e ritmi legati alla terra, alle stagioni, al dopolavoro come ritrovo e aggregazione. Infatti, come testimonia un documento storico, il ristorante attuale fa parte di un’ampia struttura denominata “ Società operaia di mutuo soccorso fondata nel 1864 da 34 soci. Vi potevano aderire persone comprese tra i sedici ed i trentacinque anni che potessero dimostrare di aver tenuto una buona condotta e la conseguente volontà di comportarsi per l’avvenire “da onesto operaio e padre di famiglia”. Oltre ad assicurare le prestazioni del medico sociale (due visite all’anno), si distribuivano quote in denaro ai soci inabili per invalidità o vecchiaia; si tutelavano gli interessi degli operai; durante le guerre si mantenevano i contatti epistolari con i soci facendo anche delle collette per i loro familiari indigenti. Ma le attività della Società erano molteplici. I suoi vari comitati si occupavano dei sussidi per gli ammalati e del buon funzionamento della piccola rivendita per i soci dotata di forno per la panificazione: si provvedeva anche all’acquisto ed alla macinazione dei cereali da distribuire ai fornai per la cottura del pane. Si installarono anche una piccola scuola serale per analfabeti e si formò una piccola squadra di “Operai guardia fuoco”, preludio del futuro corpo dei vigili del fuoco”. In quegli anni si aprì il “banco-mescita” per il consumo in sede delle bevande che porto’ a trasformare la Società in un punto di ritrovo e di convivialità quale nel tempo è rimasto.

Il ristorante è composto da due sale da pranzo, il bar, una cantina vini ed un grande cortile (con annesso il campo da bocce) per i mesi più caldi. Lo chef Andrea affiancato dal  suo giovane e cortese staff propone serate a tema e menù fisso, oltre che alla carta, seguendo rigorosamente la stagionalità dei prodotti. Il mercoledì sera ad esempio, viene proposta la serata della polenta (costo 15 euro) che include un sostanzioso menu composto da Polenta con Toma di Lanzo e Gorgonzola, Salsiccia in umido, Cinghiale/Cervo al civet/Spezzatino di vitello (secondo la disponibilità). Alla carta invece, la scelta è ampia fra i numerosi antipasti piemontesi a base di carne e di verdure (sempre assecondando la stagionalità), ottimi primi di pasta fresca e secondi a base di carne e cacciagione (è comunque consigliabile seguire i suggerimenti di Andrea, potrebbero esserci varianti e sorprese fuori menù). Per chi avesse voglia di mare c’è anche un menu di pesce il venerdì sera con tagliolini allo scoglio, fritturina di pesce, vino e sorbetto  (costo 20 euro).

Occorre lasciarsi uno spazio per la golosità finale: una particolare attenzione è infatti dedicata al dessert, eseguito da Gabriella, da sempre appassionata di dolci e dalle proprietà sorprendenti del cioccolato (utilizza il prelibato Domori). I dolci proposti spaziano dalla Tarte Tatin, alla Flamusse Bressanne, alla Crema Catalana passando ai più “tradizionali-locali” come il Bonet, lo Zabaione, la Panna Cotta Rum e caffè, crostate con marmellate biologiche o frutta fresca e tiramisù.

Una buona carta dei vini (prediligendo senza dubbio i piemontesi) viene proposta ai tavoli, correlata da qualche vino “straniero”, valide bollicine e un ottimo “Chiaro di Luna” frizzante dolce da Uve Moscato dell’Azienda Borgo Sambui.

E’ preferibile prenotare soprattutto nelle serate tematiche allo 011 927 7311

Via Matteotti, 13 – San Maurizio Canavese – Torino

 

Silvia Donnini