A Tirreno C.T. (Carrara Fiere) la Federazione italiana barman lancia i master professionali per i giovani


Tra cocktail e cappuccino: così crescono le nuove professioni A Bolzano il cappuccino più caro, a Roma il più economico. Il Negroni è il cocktail preferito dagli italiani, mentre sempre più giovani vogliono partecipare a corsi di formazione per diventare “barman”. Nei padiglioni di Carrara Fiere arriva anche Chiara Bergonzi, la campionessa italiana di LatteArt

 

Alla 35° edizione di Tirreno C.T., la fiera della ristorazione e dell’ospitalità  a Carrara Fiere dal 22 al 26 febbraio 2015, si sono date appuntamento le principali associazioni di categoria. Un momento per confrontarsi e per studiare le nuove dinamiche dei vari settori che compongono uno dei comparti più floridi dell’economia italiana. Ecco allora la Federazione italiana barman, la Fib, che lancia da Tirreno C.T. i master professionali pensati per la formazione dei più giovani. ““Fondamentale per creare un professionista che possa soddisfare le esigenze del cliente di oggi ” -– spiega Marco Caterino, responsabile eventi della Fib – – “formazione che non deve essere solo di tipo tecnico e pratico, ma anche di educazione nei confronti di chi ordina il cocktail”“. Tre gli ingredienti che deve usare un barman per arrivare al successo: onestà, simpatia e buongusto. Lo dice la stessa Fib presentando i corsi. “” Sono sempre di più i giovani interessati a questo mestiere – – continua Caterino –-  serve però passione e devozione per poterlo fare con professionalità e cura””.

Quali sono i cocktail preferiti dagli italiani? Tra i circa cinquanta cocktail riconosciuti a livello internazionale, quello che gli italiani preferiscono, secondo la Fib, è il Negroni. Il cocktail a base di gin, campari e vermouth rosso è infatti quello più ordinato, soprattutto all’’ora dell’’aperitivo. Un orgoglio particolare visto che il Negroni è nato in Italia, a Firenze per la precisione negli anni 20 del XX secolo presso il caffè Casoni, grazie alla fantasia del conte Camillo Negroni il quale decise di sostituire al seltz del suo amato Americano (altro tra i preferiti) del Gin per riassaporare il ricordo dei suoi viaggi londinesi. A distanza di quasi un secolo il Negroni resta una degli aperitivi più amati. Tra quelli di nuova generazione invece da segnalare i vari Sour, apprezzati soprattutto in discoteca dai più giovani, ma anche Long Island, Moscow Mule e il Cosmopolitan.

Un cappuccino perfetto: A Tirreno C.T. protagonista anche un altro prodotto “made in Italy”, il cappuccino. Facile a dirsi, più difficile a farsi: la Tra cocktail e cappuccino: così crescono le nuove professioni ricetta per fare un cappuccino come si deve la sta insegnando  Chiara Bergonzi, la giovane campionessa italiana di Latte Arte che di recente ha partecipato anche ai mondiali di Seoul. Si parte dalla miscela (Caffè Arabica 100%); macinadosatore; macchina per l’’espresso (che deve essere leggermente più alto); mano dell’’operatore; manutenzione. Il vero segreto sta poi nella montatura del latte (fresco, intero e soprattutto freddo di frigo). Il vapore deve partire dall’’alto e toccare appena il latte. Con l’’esperienza si sente a orecchio la montatura del latte che deve essere graduale. Una volta creata la schiuma si passa ad amalgamarla con il resto del latte (il tipico gesto di rotare o sbattere il bricco). Infine va versato gradualmente nel caffè e all’’occhio deve presentarsi con la corona esterna più scura.

Quanto costa il cappuccino in talia? Si passa dall’1,03 euro di Roma all’1,56 di Bolzano con in mezzo l’’ 1,27 euro di Milano. Significativamente alte le cifre anche tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: a Trieste un cappuccino costa 1,48 euro, a Verona 1,42, a Pordenone 1,41 euro. Dato curioso, a Palermo il cappuccino costa in proporzione molto più del caffè: 0,88 euro per un caffè contro ben 1,46 euro per un cappuccio.

I numeri del bar. Il bar rappresenta una delle articolazioni forti della rete dei pubblici esercizi. Nei registri delle Camere di Commercio si contano 148.164 imprese. In sette regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 53,2% delle imprese ha forma giuridica di ditta individuale con una variabilità regionale assai sostenuta. Ne risulta una lenta ma progressiva flessione di uno spostamento del comparto verso formule organizzative meno semplici. Il 36,2% delle imprese opera come società di persone, mentre la quota delle società di capitale è circa del 9%. In tale contesto merita una segnalazione il 10,6% della Lombardia al nord, il 21,2% del Lazio al centro e il 10,5% della Campania al sud. Alle “altre forme giuridiche” che ricomprendono, ad esempio, le cooperative va una quota dell’1,1%.

per info e seguire le news http://www.tirrenoct.it/

La Redazione