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DA ALBA A MESOLA, PASSANDO PER ROMA CON IL “RE DELLA TAVOLA”
E’ un fungo ipogeo. Nasce sotto terra, non è bello esteticamente ma “usa” il suo profumo come fonte di attrazione.Gli antichi lo consideravano cibo degli Dei, con poteri afrodisiaci ben utilizzati dall’ardente Giove, mentre i ricettari romani consigliavano di cuocere i Tuberi (la classificazione dei funghi arriverà nei secoli successivi) sotto la cenere consumandoli con il miele. Nel Medioevo si diffidava di queste strane creature della natura, temendone effetti velenosi. La consacrazione arriva solo negli ultimi due secoli, alle corti dei nobili, anche se la cucina povera del territorio non disdegnò mai un’insalata di tartufo che a prezzi correnti farebbe oggi tremare molte carte di credito.
E poi venne Giacomo Morra, geniale nell’identificare nel Tartufo Bianco il marchio “Alba” e tutta la tradizione culinaria che oggi il mondo ammira. Nell’Italia della ricostruzione Alba si affacciava sul mercato nascente del turismo interno e i Tartufi marchiati “Morra” partivano per le tavole dei potenti del pianeta, con un ritorno di immagine enorme. L’operazione ebbe un positivo impatto locale: ad Alba e sul territorio si formarono molte professionalità nuove, specializzate nella ricerca, commercializzazione, conservazione e cucina del Tartufo. Anche per questa ragione ancora oggi nella Langhe e nel Roero si mangiano Tartufi straordinari: non a caso, dal 1996, esiste il Centro Nazionale Studi Tartufo, un Istituto unico al mondo specializzato nella ricerca e nella divulgazione della cultura tartuficola dove si studiano i profumi, nuove tecniche di conservazione, si raccolgono esperienze gastronomiche a base di tartufo, si organizzano seminari di degustazione. Oltre cento giudici di analisi sensoriale agiscono sui mercati e in apposite commissioni di certificazione per garantire la qualità assoluta del prodotto.
La Fiera del Tartufo Bianco d’Alba affonda le proprie radici nella cultura popolare dello scambio.
Da non perdere il mercato nel centro storico, una tradizione plurisecolare che attira ogni anno decine di migliaia di turisti. Tra le bancarelle, nel cuore del centro storico, sarà inoltre allestito il Mercato del Tartufo Bianco d’Alba, che rimarrà aperto tutti i sabati e le domeniche presso il Cortile della Maddalena. Irrinunciabile una sosta in piazza Elvio Pertinace per la scoperta de «La Natura in Piazza», dove si potranno acquistare prodotti genuini e freschi. Ma la tradizione più autentica è nei borghi alle porte del centro storico della Città, risalendo i corsi Piave e Langhe, dove ogni domenica si ritrovano centinaia di bancarelle, esse stesse sono la curiosità che vale la visita. È come il tartufo: o lo si ama alla follia, o lo si evita per principio. Ma se lo si ama, è bellissimo farsi tentare. Disponibilità economica permettendo.
Il Tartufo Bianco d’Alba (ma anche gli altri “meno nobili”) danno un tocco regale a ogni portata, conferendo un tono a piatti semplici (su tutti ricordiamo l’uovo al paletto) e originalità alle ricette più sfiziose.
Il suo impiego è ormai universale. Entrato quasi defilato nella cucina piemontese, grazie ai cuochi savoiardi cresciuti nelle cucine nobili parigine, il tartufo ha fatto il giro del mondo conquistando le tavole che fanno tendenza nei quattro angoli del pianeta. La voluttuosa versatilità, la capacità unica di rendere grande ogni piatto contribuisce in modo determinante a rendere assolutamente speciale il Tuber magnatum Pico.
Domenica 11 novembre si svolgerà la IX edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba. L’evento, nato nel 1999, è promosso dall’Enoteca Regionale Piemontese «Cavour» di Grinzane d’intesa con la Regione Piemonte e la Città di Alba. Ma il programma, partito a settembre, si concluderà a dicembre, offrendo al visitatore ed appassionato intenditore un ricco calendario di eventi e intrattenimenti, come la Sfilata medievale con mille figuranti in costume e il famoso Palio degli Asini, concerti di musica sinfonica e raduni di auto storiche, rievocazione dei borghi e rassegne delle specialità enogastronomiche di nicchia del territorio.
Per informazioni e programma dettagliato:www.fieradeltartufo.org/calendario.htm
Ulteriori informazioni per un piacevole soggiorno nella zona: Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero- Alba -Tel. 0173.362807
Per poter assaporare le delizie autunnali non solo Alba offre questa pregevole opportunità: Dal 27 ottobre al 4 novembre, infatti, a Mesola (Ferrara) si svolgerà la terza edizione di “Sapori d’autunno. Tartufi, funghi e delizie del sottobosco”
La caratteristica cittadina del Delta del Po’ molto amata dagli Estensi, accoglie l’autunno con i mutevoli colori del rigoglioso bosco che la circonda (Gran bosco della Mesola) e lo straordinario sapore dei prodotti della sua terra: tartufi, funghi, erbe, radicchio, asparago e zucca. Per celebrarli il 27/28 ottobre e l’1-4 novembre l’importante rassegna che promuove un territorio ricco di prelibatezze enogastronomiche, oasi naturalistiche e siti di interesse storico-artistico. Tra i protagonisti assoluti dell’evento il famoso Bianchetto (tartufo bianco di Pineta), un’eccellenza gastronomica dal sapore intenso ed inconfondibile, che si potrà ricercare grazie alla guida di esperti tartufai. Importanti anche i funghi del Gran Bosco della Mesola che si potranno conoscere – grazie all’impegno del Gruppo micologico di Copparo (Fe) – e degustare nei giorni dell’iniziativa, come il “Porcino” (Boletus aestivalis), la “Mazza di tamburo” (Lepiota procera), il “Prataiolo” (Agaricus arvensis). Tutti i giorni (11-19) sarà inoltre possibile visitare ed acquistare al mercato tartufi, funghi, prodotti biologici, cibi tradizionali ed oggettistica artigianale. I prodotti del territorio saranno ovviamente i protagonisti allo stand gastronomico (12.00-14.00 e 19.30 – 21.30) dove si potranno degustare piatti tradizionali preparati secondo le ricette tipiche della zona del Delta.
Tantissime le iniziative per far conoscere questo territorio unico nel suo genere: da segnalare le suggestive visite al chiaro di luna al Gran Bosco della Mesola; le escursioni in battello sul vicino Po’ di Goro; le passeggiate in bicicletta alle Dune Fossili di Massenzatica, un apparato dunoso di età pre-etrusca, unico in Emilia-Romagna; infine le visite guidate al Castello estense della Mesola. (nfo e prenotazioni: Ufficio IAT di Mesola 0533.993358)
Ancora Tartufo, questa volta umbro, al Black Hotel di Roma, in un’unica giornata:
Il tartufo di Gubbio e i prodotti agroalimentari della Comunità Montana dell’Alto Chiascio saranno protagonisti di una mega-degustazione che si svolgerà giovedì 25 ottobre 2007 dalle ore 16.30 alle 19.30 presso il Black Hotel a Roma (via Sardiello 18). Organizzata dalla Comunità Montana dell’Alto Chiascio di Gubbio e dal Black Hotel, la kermesse vuole fare conoscere ai gourmet e all’esigente pubblico romano tutti i prodotti artigianali dei sette comuni dei comprensori dell’Alto Chiascio (Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Scheggia e Bascelupo, Sigillo, Valfabbrica). In primo piano la mitica “trifola” (Tuber Magnatum Pico) comunemente detto tartufo bianco, e il Tuber Melanosporum il tartufo nero pregiato. E accanto a loro i tanti prodotti della zona: prelibati formaggi (il pecorino di fossa e la caciotta al tartufo), cereali e legumi (farro, ceci, cicerchie e lenticchie), le patate di Campitello di Scheggia, norcinerie, l’olio extravergine d’oliva dop di Gubbio, la tipica crescia, castagne, mieli mono e multiflora, dolci tradizionali della zona dell’eugubino-gualdese e frutta secca.
Gubbio e il territorio dell’Alto Chiascio ha l’invidiabile caratteristica di avere il tartufo fresco per tutto l’anno: dopo il classico periodo della raccolta della trifola bianca, dal 1° ottobre al 31 dicembre, inizia infatti la stagione del nero dolce, successivamente, a marzo, si trova il Bianchetto, detto anche Marzuolo, poi arriva lo Scorzone e infine il Nero estivo. I numerosi boschi favoriscono la coltura del tartufo che trova in questo territorio il proprio habitat d’elezione.
Entrata libera
(La Redazione)